Vai al contenuto

Alle 19:31 UTC (21:31 locali) del 23 luglio 2024 tre stazioni della rete PRISMA (Trento, Rovereto, Novezzina), hanno ripreso un brillante fireball, ben visibile nel cielo ancora chiaro del tramonto. Il fireball è stato visto e segnalato da numerosi testimoni oculari: l'IMO ha raccolto ben 171 report la maggior parte dei quali dall'Italia, ma ne sono giunti anche dall'Austria, Germania e Croazia.

Grazie ai dati raccolti dalle camere PRISMA è stato possibile triangolarne la traiettoria in atmosfera e tracciarne l'identikit. Il meteoroide che ha generato il fireball del 23 luglio, delle dimensioni di 10-20 cm di diametro, è entrato in atmosfera alla velocità di quasi 14 km/s ad una quota di circa 70 km, quasi sulla verticale di Bassano del Grappa (Vicenza). Come tutti i piccoli meteoroidi, ha creato una scia di plasma ossia di gas ionizzato incandescente per effetto del frenamento con l’atmosfera che trasforma l’energia cinetica del meteoroide in energia termica del mezzo circostante. In queste condizioni si può stimare che la temperatura superficiale abbia raggiunto circa 2500 °C. La scia di plasma, che viene generata anche nel caso di oggetti artificiali che rientrano in atmosfera, come le capsule del progetto Apollo della NASA o la più recente Starship di Space X, vista da terra è la responsabile dell’effetto “scia di fuoco” che il meteoroide sembra lasciare dietro di sé, anche se non si tratta di “fuoco” perché non c’è niente che stia bruciando.

Dopo 6 secondi, il fireball si è estinto in prossimità di Pordenone, ad una quota di circa 35 km, quando la velocità è scesa al di sotto dei 3 km/s, ma probabilmente qualche frammento ha proseguito la sua corsa in quella che si chiama la fase di volo buio (perché non si vede), e potrebbe essere caduto a nord-est della città (il Team di PRISMA sta analizzando i dati per identificare lo strewn field). La cosa interessante è che nella fase di volo buio, quello che rimane del meteoroide consumato dall’interazione con l’atmosfera, si raffredda rapidamente quando entra in contatto con gli strati più densi e freddi della troposfera, inoltre c'è anche un processo di irraggiamento dalla superficie. Ad esempio, alla quota di circa 10 km dove volano gli aerei, la temperatura esterna è di -60 °C e un meteoroide può impiegare alcuni minuti per raggiungere il suolo. In effetti la fase di volo buio ha una durata molto maggiore rispetto alla fase di fireball, dove il meteoroide viene riscaldato, perché viene ulteriormente rallentato fino a cadere al suolo alla modesta velocità di circa 250 km/h. Il risultato è che al suolo un meteoroide al massimo arriva tiepido. Abbiamo precisato questi fatti perché è stata fatta l'ipotesi che il fireball del 23 luglio sia la causa di un incendio scoppiato a Pioppa, una frazione di Cesena, la sera del 23 luglio alle 22 locali, mezz'ora dopo l'evento. In realtà questo fireball non può essere il responsabile dell'incendio, in primo luogo perchè i frammenti di un meteoroide che arrivano al suolo al massimo sono tiepidi, non incandescenti e in secondo luogo perchè da Pordenone a Cesena ci sono circa 200 km, troppi per avere un'interazione diretta. Nel caso, il Team di PRISMA è disponibile a fornire ulteriori informazioni su questi aspetti poco noti dei fireball agli interessati.

Chiudiamo dicendo che dall'orbita eliocentrica percorsa dal meteoroide prima di cadere sulla Terra risulta che si tratta di un tipico oggetto "Apollo", con origine nella Fascia Principale degli asteroidi, posta nella regione di spazio fra Marte e Giove. In sostanza si è trattato della caduta di un piccolo e innocuo frammento di origine asteroidale.

Il fireball del 23 luglio 2024 delle 19:31 UTC ripreso dalla camera PRISMA di Trento nel cielo ancora chiaro del tramonto. Crediti: PRISMA.

Il 4 giugno 2024 alle 19:23:26 UTC un brillante fireball è stato ripreso dalle camere Prisma di Folignano e Amelia. Purtroppo il cielo era parzialmente nuvoloso, ma il fireball era abbastanza brillante da essere comunque visibile. Contemporaneamente alla detection strumentale sono giunte diverse segnalazioni di testimoni occasionali che hanno segnalato il fireball compilando il form dell'IMO il cui link è disponibile sul nostro sito. Nel complesso, per questo evento (2732-2024), sono state raccolte 33 testimonianze visuali distribuite fra il centro e il nord Italia, Croazia e Slovenia.

Grazie alla triangolazione delle due camere, possiamo dire che il fireball ha avuto una durata totale di circa 3,6 s con inizio alla quota di 75 km e fine a circa 24 km d'altezza. Proiettando al suolo la traiettoria, si vede che il fireball è andato da Monte Fraitunno verso Colle d'Oncia, con una traiettoria da sud-est verso nord-ovest che si colloca all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. All'ingresso in atmosfera il fireball aveva una velocità di circa 17 km/s che si è ridotta progressivamente per via del drag atmosferico fino a ridursi a circa 7 km/s al momento dell'estinzione. Considerato il valore ancora elevato della velocità nella fase finale è molto probabile che il meteoroide responsabile del fireball si sia completamente consumato durante la caduta in atmosfera senza iniziare la fase di volo buio, condizione indispensabile per avere la presenza di meteoriti al suolo. In ogni caso, su questo ci stiamo lavorando.

L'orbita eliocentrica del meteoroide risulta di tipo Apollo con afelio all'interno della main-belt e perielio all'altezza dell'orbita terrestre, quindi a cadere in atmosfera è stato un piccolo meteoroide di origine asteroidale.

Il fireball IT20240605T192326 ripreso dalla camera Prisma di Amelia (Crediti: Prisma).

Lo sciame meteorico delle Geminidi è fra i più intensi che si possano vedere nei cieli terrestri, ma è molto meno famoso dello sciame delle Perseidi visibili nelle notti attorno al 12-13 agosto (popolarmente chiamate "Lacrime di San Lorenzo"), perché il picco delle Geminidi si verifica il 14 dicembre. A differenza degli altri sciami meteorici che sono, per lo più, di origine cometaria, il corpo progenitore dei meteoroidi delle Geminidi è l'asteroide near-Earth (2300) Phaethon che, con il suo diametro di 5 km, è nell'elenco dei circa 1000 NEO noti con un diametro superiore a 1 km. Ci sono diversi meccanismi fisici che possono essere invocati per spiegare l'attività di Phaethon. In passato sono stati esaminati gli effetti delle temperature estreme che l’asteroide sperimenta al perielio quando passa a sole 0.14 au dal Sole, con valori che possono raggiungere i 1000 K. Questi studi avevano mostrato che il ciclo dell’escursione termica può frammentare i massi superficiali dell'asteroide che diventerebbero così una sorgente di polvere e detriti che potrebbero essere espulsi dalla superficie alimentando il flusso di meteoroidi associato. Per via di questa attività peculiare si considerava Phaethon come una “cometa di roccia”. Tuttavia, è improbabile che la sola fratturazione termica produca un’accelerazione sufficiente per consentire a polvere e frammenti di superare la velocità di fuga e abbandonare Phaethon. Nel 2021 fu pubblicato un paper che considerava il sodio come l'elemento responsabile dell'attività di Phaethon. L’idea di base è che la sublimazione del sodio presente nella matrice rocciosa del corpo faccia un po' le veci del vapore d’acqua in una cometa tradizionale. Questo meccanismo spiegherebbe anche il motivo della scarsità di sodio nelle meteore delle Geminidi: il sodio verrebbe perso nello spazio permettendo a polvere e frammenti di lasciare la superficie dell’asteroide. La scoperta che la coda sviluppata da Phaethon al perielio è composta per lo più di sodio neutro avvalora questa ipotesi.

Una rappresentazione schematica della corrente di meteoroidi che, intersecando l'orbita terrestre, da luogo allo sciame meteorico delle Geminidi (crediti: Nasa/Johns Hopkins Apl/Ben Smith).

Qualunque sia il meccanismo fisico che permette a Phaethon di disseminare meteoroidi nello spazio, anche quest'anno le Geminidi non hanno deluso. Pur essendo meteoroidi troppo piccoli per poter dar luogo a delle cadute, le meteore delle Geminidi sono abbastanza luminose da poter essere rilevate dalle camere della rete Prisma che, pur essendo concepita per i fireball, è comunque in grado di seguire l'attività degli sciami annuali maggiori. Sono state un centinaio le segnalazioni di bolidi giunte dalle stazioni di Prisma e sarebbe impossibile elencarli tutti. Ne abbiamo scelto due rappresentativi.

Il primo fireball è stato osservato alle 19:36:32 UT del 14 dicembre dalle camere di Navacchio, Piacenza, Cecima, Arcetri, Trento, Chianti e Novezzina. Il bolide ha iniziato la sua corsa a 97 km di quota e si è estinto a 50 km, con una durata complessiva di soli 3 secondi. La traiettoria proiettata al suolo va da Steinach am Brenner in Austria e termina a Sent in Svizzera, con una traiettoria da nord-est verso sud-ovest. La velocità in atmosfera del meteoroide era quella tipica di una Geminide, ossia 35 km/s, e l'orbita eliocentrica è quella che ci si aspetta: perielio ben dentro l'orbita di Mercurio e afelio poco oltre l'orbita di Marte. Questo fireball essendo in prima serata ha avuto anche decine di testimoni oculari, che l'hanno segnalato a Prisma tramite l'IMO.

Così ci descrive questo fireball Federico P. che l'ha osservato mentre si trovava in macchina a Vimodrone, in Lombardia: <<Estremamente luminoso tanto da distrarmi durante la guida, molto duraturo, di colore verde e la parte più bella è stata la frammentazione finale in circa 5/7 frammenti che hanno continuato per un altro secondo a bruciare in atmosfera.>>

Molto bella anche le immagini catturate dalla webcam dell'Osservatorio Astronomico della scuola Filzi di Laives di Bolzano, che mostra bene quanto sia stato brillante il fireball, di un bel colore verde.

L'immagine composta del fireball delle 19:36:32 UT del 14 dicembre 2023 ripreso dalla webcam dell'Osservatorio Astronomico della scuola Filzi di Laives (BZ). Crediti: Gianni Casalnuovo e Roberto Chinaglia.

Il secondo fireball delle Geminidi che vi segnaliamo è stato quello delle 03:10:15 UT del 15 dicembre 2023, ripreso dalle camere Prisma di Gorga, Capua, Camerino, Roma, Civitanova Marche, Chianti, Piombino, Perugia e Amelia. In questo caso il bolide si è reso visibile a 98 km e si è estinto a 45 km di quota, con una durata di 1.6 secondi. La velocità era quella di una tipica Geminide, 35 km/s, e anche l'orbita eliocentrica è simile a quella del primo bolide, come ci si aspetta da meteoroidi che appartengono alla stessa corrente. La traiettoria al suolo di questo secondo fireball va da Palmiano verso Offida, nelle Marche, quindi da ovest verso est. Si noti il cambio di direzione rispetto al primo bolide, dovuto al fatto che mentre in prima serata il radiante delle Geminidi si trova a est, all'alba è verso ovest, di conseguenza cambia la direzione di arrivo dei fireball. Infine, una menzione speciale va alle camere Prisma di Piombino ed Elba, per le numerose Geminidi che hanno triangolato in coppia, davvero una performance notevole.

Insomma, fra le notti astronomicamente speciali dell'anno, va inclusa senz'altro anche la notte fra il 14 e il 15 dicembre, quando le Geminidi raggiungono il massimo di intensità: le polveri di Phaethon che si disintegrano in atmosfera non deludono mai.

Il fireball delle Geminidi delle 03:10:15 UT del 15 dicembre 2023 ripreso dalla camera Prisma di Civitanova Marche.

 

Il 26 novembre 2023 alle 20:08:09 UT un brillante fireball è stato ripreso dalle camere Prisma di Agordo, Trento e Rovereto. Dai dati delle camere risulta che il bolide si è reso visibile a partire da 77 km di quota e si è estinto a 30 km d'altezza, percorrendo una traiettoria inclinata di circa 60° in soli 4 secondi. Se si proietta al suolo la traiettoria del fireball, l'inizio cade in prossimità del paese di Frontale (Valtellina), mentre la fine cade in prossimità di Livigno: una traiettoria percorsa da sud-est verso nord-ovest.

La velocità del meteoroide prima dell'ingresso in atmosfera era di circa 14,5 km/s, mentre nel momento dell'estinzione era di 10 km/s: una valore ancora alto, il che indica che il meteoroide è stato completamente ablaso durante la caduta in atmosfera e che al suolo non ci sono meteoriti. L'orbita eliocentrica seguita dal meteoroide risulta di tipo Apollo con afelio nella Fascia Principale degli asteroidi e perielio poco interno all'orbita terrestre.

Sono diverse decine le testimonianza visuali raccolte dalla rete Prisma, provenienti da Trentino, Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Il bolide viene descritto di colore arancione, rosso e bianco, con una scia "fiammeggiante", mentre la magnitudine apparente stimata oscilla da -7 a -10. Una bella sequenza della caduta del bolide è stata ripresa casualmente dalla dashcam di un'automobilista che si trovava a Felino in provincia di Parma che mostra molto bene la scia del fireball durante la caduta verso il suolo. L'ora indicata dalla dashcam non coincide con quella rilevata da Prisma, ma probabilmente l'orologio della dashcam era avanti di circa 44 minuti. La durata, la ripida inclinazione della traiettoria e la scia corrispondono invece ai dati raccolti da Prisma e dalle testimonianze visuali.

Molto spettacolare l'immagine del fireball ripresa da Laives (Trentino), da Giovanni Battista C., che ha stimato il bolide di mag. -7,7. Nell'immagine sono visibili almeno tre flare, corrispondenti ad altrettante frammentazioni del meteoroide.

Immagine del fireball IT20231126T200809 ripreso dalla camera Prisma di Rovereto (Crediti: Prisma/INAF).

Un frame del video ripreso da Felino (PR) relativo al bolide IT20231126T200809 e pubblicato dalla Gazzetta di Parma.

Immagine del bolide ripresa da una videocamera di sorveglianza posta a Laives in Trentino (Crediti: Giovanni Battista C.)

Fra i fireball progenitori di meteoriti triangolati dalla rete Prisma, ne mancava uno insulare. Con l'evento dell'8 ottobre 2023 delle 21:53:30 UT (23:53:30 ora locale), questa lacuna è stata colmata e l'isola fortunata è stata la Sardegna. Vediamo come sono andate le cose e dove andare alla ricerca delle meteoriti.

Tutto è iniziato con la ripresa del fireball in oggetto da parte di due camere Prisma sarde, quella del Sardinia Radio Telescope (Inaf - Osservatorio Astronomico di Cagliari) e del Gennargentu (Sardegna Clima ONLUS). Anche con i dati di due sole camere si può triangolare e ricostruire la dinamica del meteoroide. In base ai risultati dei calcoli fatti dal team di Prisma, il fireball si è reso visibile a 78,3 km di altezza e si è estinto a 28,0 km. La traiettoria, percorsa con direzione da sud-est verso nord-ovest, era molto inclinata rispetto alla superficie terrestre, ben 77,6° e i suoi 51,5 km di lunghezza sono stati percorsi in soli 3,6 secondi, che è stata la durata complessiva della fase di fireball.

In un fireball quello che conta per ricostruire la dinamica è soprattutto la velocità: all'inizio della traiettoria luminosa il meteoroide si muoveva a 16,5 km/s, tipica di un corpo di origine asteroidale, mentre alla fine la velocità era scesa a 4,2 km/s. In effetti l'orbita eliocentrica calcolata a partire dalla posizione e dalla velocità del meteoroide prima dell'ingresso in atmosfera ha il perielio all'altezza dell'orbita di Venere, mentre l'afelio cade appena oltre quello di Marte: si tratta di un'orbita asteroidale di tipo Apollo.

Chi ci segue sa bene che una quota finale compresa fra 20 e 30 km associata a una velocità finale vicina ai 3 km/s implica la sopravvivenza all'ablazione di una parte del meteoroide originario. In questo caso è stata stimata una massa finale di 160 ± 60 g, pari a una meteorite del diametro di circa 4-5 cm, un oggetto piccolo che però vale la pena cercare. Dove può essere la meteorite?

Il bolide IT20231008T215330 ripreso dalla camera Prisma del Sardinia Radio Telescope. La traccia è molto breve perché la traiettoria era molto inclinata rispetto alla superficie terrestre (Crediti Prisma/INAF).

La posizione del punto iniziale della fase di volo buio, si colloca alle coordinate geografiche Lat. 39,524704° N, Long. 9,381684° E. Questa posizione cade nella periferia del centro abitato di Armungia, paesino di 400 abitanti posto a 65 km da Cagliari.

Per identificare lo strewn field, ossia la zona dove andare alla ricerca della meteorite, bisogna tenere conto della direzione dei venti e della loro velocità al variare della quota rispetto alla superficie terrestre. Per ottenere il profilo atmosferico ci siamo affidati, come sempre, a Raffaele Salerno del centro Meteo Expert. Il risultato dei calcoli fatti dal team di Prisma ci dice che lo strewn field è di forma allungata e si trova a circa 1,1 km a nord-ovest del centro di Armungia. La zona è impervia e ricca di boschi, ma grazie all'alta inclinazione della traiettoria lo strewn field per meteoriti con una massa nel range 50-200 g è lungo solo 800 m e largo ± 200 m, per una superficie totale di 320.000 m². Vicino ad Armungia si trovano le meteoriti leggere da 50 g (Lat. 39,5246° N; Long. 9,3683° E), mentre all'estremità opposta si trovano le meteoriti più massicce, quelle da 200 g (Lat. 39,5308° N; Long. 9,3643°).

Se vi capita di passare nei boschi intorno ad Armungia, date un'occhiata al suolo alla ricerca di sassi di colore molto scuro, opachi e di qualche centimetro di diametro: potrebbe essere la meteorite. In questo caso non toccate niente, fate una foto con lo smartphone, prendete nota delle coordinate Gps e inviate il tutto via email al Project Office di Prisma (prisma_po@inaf.it), i nostri esperti vi risponderanno il prima possibile per dirvi se si tratta di una meteorite e come raccoglierla nel modo più corretto. In alternativa, potete chiamare direttamente il Coordinatore Nazionale di Prisma, Daniele Gardiol dell'Inaf-Osservatorio Astrofisico di Torino al numero 349 197 7591. Buona ricerca!

Lo strewn field (ellisse rossa), associato al fireball IT20231008T215330 cade a poca distanza del paesino di Armungia (Crediti: Prisma/INAF).

Il 10 settembre 2023, circa alle 23:30 UT un brillante fireball è stato visto da più di 80 testimoni in tutta Italia. Purtroppo le camere Prisma non hanno rilevato il bolide, quindi non siamo in grado di darvi la consueta descrizione accurata di quello che è successo e la sua provenienza.

In base alle testimonianze visuali raccolte dal form dell'IMO il bolide (evento 5264-2023), ha avuto una durata di circa 3 secondi, ha mostrato tutta una sequenza di colori - blu elettrico, verde smeraldo, giallo acceso e bianco - ha avuto un intenso flare finale (indice di frammentazione) e la scia di plasma, generata durante la caduta in atmosfera, era persistente con una durata di 10 secondi.

La probabile traiettoria proiettata al suolo, stimata dall'IMO in base alle osservazioni visuali, ci dice che il bolide si è mosso lungo la direttrice Recanati-Assisi, verso quest'ultima cittadina. Pur essendo un fireball sull'Italia centrale è stato osservato da nord a sud, da Palermo a Milano e questo indica un'alta quota e velocità del fenomeno di caduta. Probabilmente era un meteoroide di origine cometaria.

Mappa che mostra la posizione dei testimoni visuali e la probabile traiettoria proiettata al suolo del bolide del 10 settembre 2023 delle 23:30 UT (Crediti: IMO).

Alle 18:42 UT del 6 settembre 2023, ossia in prima serata, le camere Prisma di Rovigo, Cecima, Agordo, Trento, Vicenza e Novezzina hanno ripreso un brillante bolide di magnitudine assoluta -6 con traiettoria percorsa da sud-est verso nord-ovest. La traiettoria proiettata al suolo parte da Trento e termina in prossimità della cima del Rothörnli Sud, una montagna delle Alpi svizzere alta 2740 m che si trova subito dopo il confine con l'Italia.

Il fireball è stato ripreso a partire da 87 km di quota e si è estinto a 44 km, per una durata totale di 6 secondi. La traiettoria percorsa era a bassa inclinazione sulla superfice terrestre, circa 17°, per questo motivo l'arco percorso in cielo è stato notevole, come mostrano le immagini riprese dalla stazione Novezzina ospitata dall'Osservatorio astronomico del Monte Baldo. Al momento dell'ingresso in atmosfera la velocità era di 26 km/s, mentre all'estinzione era scesa a 18 km/s: questo valore elevato della velocità finale indica che il meteoroide si è completamente consumato durante la caduta senza dare luogo a cadute.

Per quanto riguarda l'orbita eliocentrica, il perielio si colloca fra le orbite di Mercurio e Venere, mentre l'afelio arriva fin quasi a Saturno. Si tratta di un'orbita molto eccentrica, tipica di un meteoroide di origine cometaria. A Prisma sono giunte anche diverse testimonianze da parte di osservatori occasionali che hanno avuto la fortuna di vedere il bolide che viene descritto di colore giallo-arancione.

Il fireball del 6 settembre 2023 alle 18:42 UT ripreso dalla stazione Prisma Novezzina sul Monte Baldo.

Ricorderete senz'altro il brillante fireball osservato alle 20:21 UT del 5 agosto 2023 da due camere della rete Prisma. Vi avevamo anticipato che c'era stata una caduta e ora possiamo dirvi dove andare a cercare le meteoriti.

Considerando il profilo della velocità e direzione dei venti per la zona della caduta, lo strewn field dove andare a cercare le meteoriti si colloca a Nord-Ovest dell'abitato di Macchia Valfortore, in Molise. Grazie all'elevata inclinazione della traiettoria del fireball la zona in cui cercare le meteoriti è abbastanza compatta, misura circa 2,5 x 0,7 km (1,7 kmq), quindi la probabilità di successo con una ricerca sistematica è elevata. Lo strewn field è quasi esattamente in direzione Nord-Sud, compreso fra la coppia di coordinate geografiche (41,59167° N, 14,90717° E) e (41,614012° N, 14,90778° E).

Lo strewn field della meteorite di Macchia Valfortore. A sinistra la zona delle meteoriti più leggere, a destra quelle più pesanti (Crediti: Prisma).

Quest'area è attraversata dalle ultime curve della SP39 poco prima di arrivare a Macchia Valfortore, quindi è possibile che qualche piccola meteorite si trovi direttamente sulla strada. Se qualcuno, abitante in zona, si imbattesse in un piccolo sasso - o in una serie di piccoli sassi - ricoperto da una patina scura (crosta di fusione) e con gli angoli smussati allora si tratta di una sospetta meteorite e per un corretto recupero deve fare le seguenti operazioni:

1-Fotografare la sospetta meteorite al suolo senza toccare niente per documentare il ritrovamento, magari mettendo di fianco una moneta da 1-2 € per dare un'idea delle dimensioni reali.

2-Rilevare e segnare le coordinate Gps del punto di ritrovo.

3-Indossare guanti di cotone, raccogliere la meteorite con delicatezza in modo che non si stacchi la crosta di fusione e avvolgerla in uno o più pezzi di carta assorbente pulita.

4-Mettere la sospetta meteorite, avvolta nella carta assorbente, in un vasetto di vetro e chiudere il tappo. In questo modo la candidata meteorite è al sicuro, lontano da contaminazioni umane.

5- Segnalare a Prisma il ritrovamento, inviando una foto con la descrizione delle modalità di ritrovamento e le coordinate Gps all’indirizzo email prisma_po@inaf.it, oppure telefonare al coordinatore nazionale di Prisma, Daniele Gardiol dell'Inaf-Osservatorio Astrofisico di Torino (tel. 3491977591).

In questo modo Prisma potrà verificare se si tratta di una meteorite oppure di una pietra comune. Nel primo caso andranno fatte ulteriori analisi in laboratorio, assolutamente gratuite. Un campione rappresentativo della meteorite sarà depositato in un museo. In seguito alle analisi la meteorite riceverà il nome e la classificazione ed entrerà a far parte dell'elenco delle meteoriti ufficialmente riconosciute. Va detto che le meteoriti non classificate sono prive di valore commerciale, quindi affinché il ritrovamento abbia un qualche valore il frammento deve prima essere analizzato e classificato dai ricercatori: non tenete mai nel solito cassetto una sospetta meteorite.

Ci sono giunte tantissime segnalazioni visuali di un brillante fireball osservato alle 20:44:36 UT del 26 giugno 2023. Sul sito dell'IMO le testimonianze, raccolte da tutta l'Europa, hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 477, fra queste anche molte dall'Italia (Evento 2023-3231), specialmente da Lombardia ed Emilia Romagna, ma anche da Piemonte, Veneto e Friuli. La rete Prisma non ha ripreso il bolide e nemmeno la rete Fripon europea perché il cielo era ancora chiaro, quindi non possiamo darvi informazioni sulla traiettoria seguita in atmosfera, velocità di ingresso e orbita eliocentrica originaria.

In base alle testimonianze raccolte si può dire che la traiettoria del fireball proiettata al suolo andava da sud-est verso nord-ovest e che è passato allo zenit di Norimberga. Dalle immagini riprese da varie postazioni sparse per tutta Europa si vede come il meteoroide abbia subito almeno due frammentazioni prima di estinguersi e i testimoni riferiscono di un illuminamento a giorno del cielo.

Ci scrive Nicoletta B., che ha osservato il fireball da Legnano: <<L'ho visto dal mio balcone al quinto piano, molto lontano sull'orizzonte nord ma ben nitido. Notevole il cambio dei colori della scia, prima bianco poi verde con un lampo e poi arancione.>>

E Lorenzo M. che osservava dal Piemonte: <<Visto guardando il cielo in direzione nord-est, ha compiuto una parabola discendente verso nord nord-ovest>>

Data la luminosità del fireball, alcuni testimoni l'hanno stimato la magnitudine apparente da -13 a -22, è possibile la caduta al suolo di frammenti, ma senza maggiori informazioni non sarà facile individuare lo strewn field.

Il fireball DE20230626T204436UT ripreso da una camera all sky situata a Stephansposching (Crediti: Michael D.).

Era da un po' che le camere della rete Prisma non catturavano bolidi interessanti, ma il periodo di "magra" si è interrotto ieri 22 giugno alle 22:41 locali (20:41 UT), quando un bolide di magnitudine assoluta -6 è stato ripreso da 5 camere della Rete: Rovigo, Agordo, Trento, Vicenza e Novezzina (evento 20389 del database di Fripon).

Il bolide è stato ripreso quando era a 91 km di altezza a est di Padova e si è estinto a 72 km di quota, quasi sulla verticale del rifugio Longoni, struttura che si trova a 2450 m di quota  in Val Malenco: una traiettoria proiettata al suolo lunga circa 178 km, percorsa da sud-est verso nord-ovest, che ha attraversato Veneto e Lombardia in diagonale. L'inclinazione della traiettoria rispetto alla superficie terrestre era di circa 6°, quasi un bolide radente.

La velocità d'ingresso in atmosfera è stata di 37 km/s, un valore relativamente elevato e tipico di un meteoroide di origine cometaria. Quando il bolide si è estinto la velocità era ancora superiore a 30 km/s, quindi il meteoroide si è completamente consumato senza arrivare al suolo. Nel complesso il bolide, favorito dalla bassa inclinazione della traiettoria, ha avuto una durata di ben 5 secondi ed è stato visibile abbastanza a lungo da dare luogo a 20 testimonianze visuali che sono state raccolte da Prisma attraverso il form di segnalazione bolidi dell'IMO (International Meteor Organization).

L'orbita eliocentrica del meteoroide che ha generato il bolide ha l'afelio poco all'interno dell'orbita di Mercurio e perielio all'altezza dell'orbita di Giove, quindi con un'eccentricità di 0,9 conferma che il meteoroide era proprio di origine cometaria.

La lunga scia del bolide IT20230622T204125 ripreso dalla camera Prisma Novezzina, collocata all'osservatorio astronomico di Monte Baldo.