Il bolide osservato la sera del 14 febbraio dalla rete Prisma ha originato la caduta di una meteorite sopra un balcone nella zona Nord di Matera. Adesso inizieranno gli studi specifici sul materiale recuperato.

I frammenti della meteorite caduta la sera di San Valentino nella zona Nord di Matera. Crediti: PRISMA/INAF

E sono due. Dopo il ritrovamento della meteorite Cavezzo, avvenuto ai primi di gennaio del 2020, i calcoli eseguiti dagli esperti della rete Prisma hanno fatto nuovamente centro, stavolta indicando nella zona Nord di Matera quella della possibile caduta della meteorite di San Valentino.

Lo scorso 14 febbraio, infatti, verso le sette di sera, un luminoso bolide era stato osservato da numerosi testimoni solcare il cielo della Puglia e della Basilicata, fra i quali tre “occhi” elettronici delle camere di Castellana Grotte, Tricase e Vasto appartenenti alla rete Prisma, un network di una sessantina di camere sparse sul territorio italiano

Un progetto di citizen science coordinato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e sostenuto con convinzione da Fondazione CRT.

Grazie a queste informazioni, già nel pomeriggio di mercoledì 15 febbraio era stato possibile tracciare lo strewn field, cioè l’area di possibile caduta al suolo di frammenti del corpo celeste progenitore. 

Cercare a Nord di Matera”, avevano indicato gli esperti di Prisma.

Subito era scattato l’avviso ai mezzi di comunicazione e alla popolazione locale ed ecco che lo stesso giorno, sul balcone dell’abitazione dei genitori di Gianfranco e Pino Losignore, fra Contrada Rondinelle e Contrada Serra Paducci (periferia nord del capoluogo della Basilicata), alcuni sassi hanno attirato l’attenzione dei due fratelli. Anche perché gli anziani genitori avevano udito un forte botto la sera precedente proveniente dall’esterno.

Finora sono stati recuperati oltre 70 grammi in 12 frammenti principali e decine di frammenti più piccoli. La meteorite, secondo i calcoli di Prisma, è caduta verticalmente al suolo con una velocità di circa 300 km/h e in effetti nell’impatto ha scheggiato una piastrella del balcone che corre lungo il perimetro dell’abitazione.

La piastrella della balconata scheggiata dall’impatto della meteorite. Crediti: PRISMA/INAF

I frammenti sono stati consegnati stamani, sabato 18 febbraio, nelle mani del dott. Carmelo Falco, rappresentante del Project Office della rete Prisma e associato Inaf, subito accorso in loco per coordinare le ricerche. Che adesso continueranno con nuovo vigore, irrobustito dal ritrovamento, alla ricerca di altri eventuali campioni sopravvissuti all’attraversamento dell’atmosfera. Nel mentre, il materiale già recuperato verrà presto sottoposto ad analisi particolareggiate per determinare composizione chimica, mineralogia e caratteristiche petrografiche utili alla classificazione della meteorite appena ritrovata.

Ensemble dei frammenti finora ritrovati. Gli esperti di Prisma non escludono che ce ne possano essere anche altri nella zona. Crediti: PRISMA/INAF

Le meteoriti, infatti, hanno attraversato quasi inalterate i circa 4,5 miliardi di anni dalla formazione del nostro Sistema Solare e ritrovarne una appena caduta come quella rinvenuta a Matera aiuta moltissimo gli scienziati a ricostruire le tappe che hanno portato alla formazione dei pianeti, Terra compresa. Il secondo ritrovamento in pochi anni di meteoriti "fresche" è una spettacolare conferma dell'efficacia della rete Prisma nel reperire questo materiale così prezioso per la scienza.

Chi fosse interessato a collaborare alla continuazione delle ricerche può mettersi in contatto con Carmelo Falco al 391 7959891

Abbiamo una mappa! Come in “Pirati dei Caraibi” c’è una guida per cercare di ritrovare la meteorite che la notte del 14 febbraio potrebbe essere caduta in Basilicata, più precisamente a nord di Matera, fra Borgo Venusio e Iesce.

Gli esperti della rete Prisma (sostenuta da Fondazione CRT) Dario Barghini (INAF-OATo) e Albino Carbognani (INAF-OAS) hanno bruciato le tappe e nella giornata di ieri, 15 febbraio, utilizzando sia i dati forniti da tre camere della rete (Castellana Grotte, Tricase e Vasto) che hanno registrato il passaggio in atmosfera del bolide sia le centinaia di testimonianze oculari di chi ha osservato in prima persona la meteora solcare il cielo, hanno “disegnato” sul terreno il cosiddetto “strewn field”, cioè la zona di potenziale caduta della meteorite. Ciò è stato possibile anche grazie al profilo meteo calcolato da Raffaele Salerno di Meteo Expert, che indica il regime dei venti in atto la sera di San Valentino nella regione di potenziale interesse.

Lo strewn field, cioè l’area di probabile caduta della meteorite di San Valentino così come stimato dai calcoli della rete Prisma

I dati indicano che potrebbe essere caduta al suolo una massa di circa 400-500 grammi nel caso di un pezzo unico ma potrebbero essere rinvenuti pezzetti più piccoli se il corpo avesse subito una frammentazione.

Nel complesso lo strewn field è di circa 4 x 2 = 8 kmq e la zona appare abbastanza pianeggiante e con campi coltivati. Una buona zona per cercare meteoriti, tanto più che siamo in inverno, quindi ci si può aspettare che non ci sia ancora della vegetazione importante che potrebbe ostacolare le ricerche.

La fase successiva, adesso, è proprio quella di organizzare una ricerca al suolo che avviene tipicamente anche grazie all’aiuto di volontari che affiancano gli esperti. Occorre, se possibile, tracciare il percorso di ricerca in modo da circoscrivere l’area interessata ed evitare di ripassare infinite volte in un punto in cui si è già guardato, evitando nel contempo di lasciare zone inesplorate.

Può sembrare un compito arduo e al limite dell’impossibile trovare una piccola roccia di qualche centimetro in un’area grande qualche kmq, eppure è già capitato.

Ricordiamo che proprio le camere della rete Prisma e la stima della zona di possibile caduta resero possibile, all’inizio di gennaio del 2020, il ritrovamento della meteorite Cavezzo nei pressi di Modena (http://www.prisma.inaf.it/index.php/2020/01/04/trovata-la-meteorite-di-capodanno/), decretando il successo del metodo utilizzato dalla rete Prisma nella caccia alle meteoriti.

I due frammenti del bolide caduto nella sera di Capodanno e trovati nel Modenese (fonte: PRISMA/INAF)

E proprio in questi giorni, in Normandia (Francia), è stata rintracciata al suolo una meteorite, un possibile frammento dell’asteroide 2023 CX1, alla cui ricerca hanno collaborato i partecipanti alla rete FRIPON, un programma internazionale di ricerca delle meteoriti a cui aderisce anche la rete Prisma.

Il ritrovamento, sulla base delle informazioni tratte da osservazioni video e fotografiche amatoriali combinate con quelle della rete FRIPON, è stato effettuato da una giovane studentessa francese di 18 anni, Loïs Leblanc.

Lois Leblanc, la ragazza francese che ha ritrovato la meteorite in Normandia - Credit: FRIPON/Vigie-Ciel
Nel caso della meteorite (forse) caduta a nord di Matera, chi fosse interessato a imitare Loïs e a far parte delle squadre di ricerca può contattare Carmelo Falco, del project office di Prisma, al 3917959891

Chissà se avvistare un bolide – cioè una meteora particolarmente luminosa – la notte di San Valentino dà diritto a esprimere un desiderio d’amore.

Se lo saranno chiesto i numerosi testimoni che hanno osservato il fenomeno celeste attraversare il cielo fra la Puglia e la Basilicata verso le sette di sera del 14 febbraio e che hanno segnalato il fenomeno a diversi mezzi di comunicazione e alla rete Prisma tramite il form "Segnala un bolide" presente nella nostra home page.

I dati di Prisma

Anche tre “occhi” della rete Prisma hanno effettuato l’avvistamento (“detection” in gergo tecnico). Si tratta di quelle ubicate a Castellana Grotte, Tricase e Vasto, che hanno permesso di stabilire l’istante esatto del passaggio del corpo celeste: le 17h 58m 30s UT, cioè le 18h 58m 30s dell’ora indicata dai nostri orologi.

In particolare, la camera di Castellana Grotte ha registrato l’attraversamento del cielo da parte di una scia molto luminosa.

Le primissime stime fanno propendere per una traiettoria del bolide che va da Bari verso Matera

Gli esperti di Prisma sono già al lavoro per raffinare i calcoli e stimare sia la zona di provenienza dell’oggetto celeste (in genere i bolidi hanno un’origine asteroidale che si riconduce alla fascia principale collocata fra Marte e Giove) sia, soprattutto, l’eventuale zona di caduta della meteorite.

Capita, infatti, che sotto particolari condizioni di massa, di direzione, di regime dei venti, ecc. che qualcosa possa sopravvivere all’attraversamento dell’atmosfera e cada al suolo diventando, appunto, una meteorite.

Ricordiamo che proprio le camere della rete Prisma e la stima della zona di possibile caduta resero possibile, all’inizio di gennaio del 2020, il ritrovamento della meteorite Cavezzo nei pressi di Modena (http://www.prisma.inaf.it/index.php/2020/01/04/trovata-la-meteorite-di-capodanno/), sancendo il successo del metodo utilizzato da Prisma nella caccia alle meteoriti.

Lavori in corso

Seguiranno aggiornamenti sul bolide di San Valentino che, a prima vista, sembra promettere bene: le primissime indicazioni valutano una massa iniziale del corpo celeste all’ingresso in atmosfera pari a 2,5 kg e la massa dell’eventuale meteorite pari a circa 200 grammi.

Piccola ma non nulla.

Insomma, che siate innamorati o meno, stay tuned.

Alle 22:50:09 UT del 13 febbraio 2023 un brillante fireball di magnitudine assoluta -7,5 è stato ripreso dalle camere PRISMA di Navacchio, Loiano, Montelupo Fiorentino, Chianti, Perugia, Ravenna ed Elba. Dai risultati della triangolazione di queste 7 camere risulta che il bolide ha iniziato a essere visibile a circa 76 km di quota, con una velocità iniziale in atmosfera di circa 17,3 km/s. Il bolide ha proseguito la sua corsa fino a estinguersi a 34 km di quota, con velocità finale di circa 9 km/s e una durata complessiva di appena 3 s. Considerata l'elevata velocità finale, l'intero meteoroide è andato dissolto e non ci sono meteoriti. Proiettando al suolo la traiettoria, il bolide è partito sulla verticale di Montelupo Fiorentino e si è estinto sopra Prato, seguendo una traiettoria da sud-ovest verso nord-est. Tramite l'IMO, PRISMA ha ricevuto alcune testimonianze visuali del bolide, che viene descritto di un colore verde-giallo, scia persistente e senza frammentazione. In effetti nella curva di luce raccolta dalle camere non si notano picchi di luminosità che possano far pensare a una frammentazione in volo del meteoroide.

L'orbita eliocentrica del meteoroide risulta di tipo asteroidale ossia a bassissima inclinazione sull'eclittica, afelio nella main belt e perielio fra Venere e la Terra: tipica di un oggetto Apollo.

Il bolide IT20230213T225009 ripreso dalla camere PRISMA di Montelupo Fiorentino, ospitata dall'Osservatorio Astronomico "Beppe Forti" (K83).

Nella prima mattina del 31 gennaio 2023 alle 03:36:44 UT un discreto bolide di magnitudine assoluta -7 è stato ripreso da 13 stazioni della rete Prisma coordinata dall'INAF:

Rovigo, Navacchio, Scandiano, Loiano, Trieste, Agordo, Camerino, Trento, Montelupo Fiorentino, Civitanova Marche, Chianti, Ravenna e Novezzina.

Il bolide ha iniziato a rendersi visibile a 105 km di quota, quando si muoveva alla velocità di ben 50 km/s, estinguendosi a 77 km dopo appena 3,4 secondi. Al momento dell'estinzione del bolide la velocità era ancora superiore a 40 km/s: questo indica che l'estinzione è avvenuta a causa dell'ablazione completa del meteoroide. Nessun frammento può essere arrivato al suolo.

Proiettando la traiettoria a terra, si vede che il bolide ha avuto il punto iniziale della traiettoria a Spodnja Branica, un piccolo villaggio della Slovenia, mentre il punto finale è a Lamon, un comune della provincia di Belluno. Verso la parte finale della traiettoria il bolide è passato vicino alla zenit della cittadina di Feltre, sempre nel bellunese. La scia del bolide non presenta flare notevoli, quindi l'ablazione è stata relativamente uniforme.

Dall'orbita eliocentrica percorsa prima di incontrare la Terra si vede che si è trattato di un piccolo meteoroide cometario, infatti l'afelio cade oltre l'orbita di Nettuno.

Il bolide del mattino del 31 gennaio 2023 ripreso dalla stazione Prisma di Agordo della Associazione Meteoriti Italia.

il 10 gennaio 2023 alle 22:09:17 UT un brillante bolide di magnitudine assoluta -8,5 è stato ripreso da ben 12 camere PRISMA del nord e centro Italia e da una della rete francese FRIPON in Corsica. Le stazioni coinvolte sono state: Biguglia, Rovigo, Navacchio, Piacenza, Loiano, Trento, Vicenza, Montelupo FiorentinoChianti, Perugia, Ravenna, Novezzina e Busalla.

Il bolide è stato ripreso a partire da 86 km di altezza quando si muoveva con una velocità iniziale di circa 25 km/s, e si è estinto a 35 km di quota. Proiettando al suolo la traiettoria si vede che l'inizio della fase di bolide è caduta sul Mar Ligure prospiciente la città di Massa. Il bolide si è poi diretto verso nord-ovest, passando in prossimità del golfo della Spezia (detto anche golfo dei Poeti), ha proseguito passando allo zenit di Santo Stefano di Magra e del monte Mazzerino, infine si è estinto pochi km oltre. Al momento dell'estinzione la velocità finale era ancora di circa 12 km/s quindi il meteoroide si è estinto prima di iniziare la fase di volo buio che inizia a circa 3-4 km/s, questo indica che nessun residuo è arrivato al suolo. L'orbita eliocentrica del meteoroide ha l'afelio nell'orbita di Giove e il perielio circa all'altezza dell'orbita di Venere. Ne deriva che il semiasse maggiore è di 2,9 au, mentre l'eccentricità è 0,76 valori tipici di un'orbita di tipo cometario, probabilmente si è trattato di un meteoroide appartenente a una delle numerose comete della famiglia di Giove.

A PRISMA sono arrivate ben 18 osservazioni visuali in cui il bolide viene descritto per lo più di colore blu-verde, ma con fasi in cui si è presentato di colore bianco e giallo.

Il bolide del 10 gennaio 2023 delle 22:09 UT ripreso dalla stazione PRISMA della Stazione Osservativa di Loiano dell'INAF-OAS (Crediti: PRISMA/INAF-OAS).

 

 

Brillante bolide su Venezia questa sera 5 gennaio 2023, alle ore 18:36 circa. Numerosissime stanno giungendo le segnalazioni dei testimoni che hanno potuto apprezzare questo favoloso spettacolo. Secondo alcuni resoconti, il meteoroide ha subito una frammentazione intermedia, e ha terminato la sua corsa «sciogliendosi». Durato alcuni secondi, il fenomeno è stato visibile da buona parte del territorio italiano, dal Trentino alle Marche.

In alto a destra nell'immagine l'impressionante strisciata lasciata dal bolide sul sensore della camera PRISMA ITVE04 posta sul tetto dell'Istituto Follador-De Rossi di Agordo (BL). Più in basso, sempre a destra, cioè a Est, la Luna.

 

Le camere PRISMA di Agordo, Trento e Civitanova Marche hanno registrato l'evento. Comparso in atmosfera ad una altezza di circa 71 km con una velocità di circa 17 km/s nei pressi di Jesolo, il bolide ha percorso la laguna veneta in direzione Sud-Ovest e si è spento appena superata Venezia, dopo aver raggiunto la ragguardevole quota di 37 km circa. Non vi è stata decelerazione significativa durante il tragitto atmosferico.

La traiettoria del bolide proiettata a terra secondo le osservazioni delle camere PRISMA

 

 

di Giovanna Stirpe

Il 25 e 26 novembre 2022 si è svolto presso l’Università di Torino, nell’Aula Magna del Dipartimento di Fisica, il meeting “PRISMA Days 2022”, organizzato dal Project Office della rete PRISMA. Finalmente, e con grande sollievo di tutti, è stato possibile il ritorno all’evento in presenza, dopo che l’edizione del dicembre 2020 si era dovuta svolgere interamente on-line a causa delle restrizioni per la pandemia Covid-19.

Al meeting hanno partecipato circa 60 persone da tutta Italia, oltre alla Dr. Maria Hajdukova, gradita visitatrice dall’Accademia delle Scienze della Slovacchia. Fra i partecipanti è stato un vero piacere accogliere Davide Gaddi e la sua cagnolina Pimpa, protagonisti del recupero dei due frammenti della meteorite “Cavezzo” nel gennaio 2020. Gli altri partecipanti hanno rappresentato tutte le diverse realtà che formano la rete PRISMA, fra cui ricerca scientifica, astrofilìa, didattica e divulgazione. È naturale, quindi, che il programma degli interventi riflettesse questa diversità e presentasse numerosi interventi ricchi di contenuto.

Il meeting si è articolato in 4 sessioni, i cui abstract e presentazioni sono disponibili sul sito dedicato all’evento, https://indico.ict.inaf.it/event/1864/. Le sessioni sono state precedute dal benvenuto di Mario Di Martino, e dai saluti del Direttore del Dipartimento di Fisica Prof. Vercellin, e della Dott.ssa Ventura a nome della Fondazione CRT, che ha fornito un importante supporto economico alla collaborazione fin dalla sua creazione.

La prima sessione è stata dedicata alle diverse campagne di ricerca (circa una ogni anno) organizzate dalla rete PRISMA (Gardiol) e ai risultati più recenti dell’analisi della “Cavezzo” (Pratesi), che si è rivelata essere una condrite anomala e particolarmente enigmatica, e a quasi 3 anni dal suo ritrovamento continua a essere studiata. Marco Morelli, Direttore del Museo di Scienze Planetarie di Prato, dove è esposta la “Cavezzo”, ha esposto le attività del Museo volte a collezionare e classificare esemplari di meteoriti, ma anche ad approfondire la conoscenza di impatti meteorici del passato e a favorire il coinvolgimento dei cittadini interessati nella ricerca di reperti.

Più tecnica la seconda sessione, con interventi di Barghini, Di Carlo, Bertocco, Novati e Falco, in cui sono stati discussi lo stato della rete di camere PRISMA e del database, e come stiano evolvendo verso configurazioni aggiornate, e verso una maggiore autosufficienza a livello nazionale. Di particolare importanza la proposta per un nuovo modello di camera per le installazioni future.

In una ricchissima terza sessione sono stati presentati altri progetti che studiano meteore e detriti spaziali: Hajdukova ci ha parlato dei metodi per individuare l’origine delle famiglie di meteore; Belli dell’uso di sensori di infrasuoni per caratterizzare gli eventi meteorici; Bertaina dello strumento Mini-EUSO, installato sulla Stazione Spaziale Internazionale, in grado di osservare dallo spazio eventi meteorici nella banda UV; Barbieri della rilevazione di meteore nella banda radio tramite ricevitori radioamatoriali; Carbognani del calcolo dello “strewn field” di eventuali frammenti meteorici risultanti dall’evento di Tunguska del 1908; e Rosignoli della costruenda mini-rete ASTRA di camere grandangolari per l’identificazione e il tracking di satelliti e detriti spaziali in bassa orbita.

Nella sessione conclusiva, infine, si è parlato di programmi didattici e divulgativi. Guidetti ha presentato il progetto INAF “Sorvegliati Spaziali”, che tramite il proprio sito multimediale comunica al pubblico i diversi temi della difesa planetaria, fra cui quelli che riguardano le meteore e meteoriti. Baltieri ha illustrato il progetto “Starlight” (finanziato dal programma europeo Erasmus+) mirato a formare giovani guide e operatori nell’ambito dell’astroturismo. Morini, Petriccione, Gardiol e Benna ci hanno parlato delle iniziative portate nelle scuole dei rispettivi territori:  è significativo come i protagonisti, grazie anche alle loro diverse estrazioni (sono rispettivamente un astrofilo, un insegnante e due astronomi) abbiano tutti saputo dare un’impronta individuale alle proprie proposte didattiche, ma che siano anche tutti motivati dalla partecipazione alla rete PRIMA.

Durante il meeting si è svolto anche un incontro con il regista Claudio Ottavi Fabbrianesi, de Il Piccolo Teatro d'Arte, che ha raccontato come è nato ed è stato realizzato il docufilm sul ritrovamento della “Cavezzo”, che è stato poi proiettato per i partecipanti.

Non è mancato un momento per ricordare alcuni compagni di viaggio che ci hanno purtroppo lasciato in questi anni: Fausto Affaticati, Fabrizio Barbaglia, Andrea Milani, e Manlio Suvieri.

Last but not least, ha avuto grande successo la cena sociale a base di specialità (e vini) piemontesi, proposta dagli organizzatori presso il suggestivo “Circolo dei Canottieri Armida” in riva al Po. Si aprono ora le candidature per ospitare il prossimo meeting PRISMA Days, che speriamo si svolga entro il 2023!

Salvo sorprese in questa manciata di ore che ci separano dalla fine dell'anno, l'ultimo bolide italiano di buona luminosità del 2022 è stato osservato fra Basilicata e Campania. Le camere di Tricase, Vasto e Savelli della rete PRISMA lo hanno immortalato alle 20:02:15 UT del 28 dicembre. La durata del bolide è stata di appena 1 secondo e in questo breve intervallo di tempo è passato da una quota iniziale di 86 km sulla superficie terrestre a una finale di 65 km, altezza a cui è avvenuta l'estinzione del meteoroide.  Quando un bolide molto luminoso ha una durata così breve significa che la velocità d'ingresso in atmosfera è elevata: nel nostro caso il valore determinato dalla camere PRISMA è stato di 31 km/s, una valore superiore a quello di un tipico meteoroide asteroidale, che generalmente oscilla fra 15 e 20 km/s. Se si proietta al suolo la traiettoria del bolide si vede che è diretta da est verso ovest, con l'inizio in prossimità del paese di Calvello (provincia di Potenza), mentre la fine coincide con Atena Lucana (provincia di Salerno).

La curva di luce del bolide è stata molto regolare, senza picchi improvvisi a indicare episodi di frammentazione. La magnitudine assoluta del bolide ha raggiunto un picco di -10,2 a circa 72 km di quota, poi la luminosità è diminuita in modo regolare fino ad arrivare alla magnitudine -3,7 al momento dell'estinzione. L'orbita percorsa dal meteoroide era molto eccentrica (e=0,84) e a bassa inclinazione sull'eclittica, con l'afelio poco entro l'orbita di Giove e il perielio poco all'interno dell'orbita di Mercurio. Considerato che il parametro di Tisserand rispetto a Giove è inferiore a 3, probabilmente era un meteoroide di tipo cometario appartenente a una cometa della famiglia di Giove.

Il bolide del 28 dicembre 2022 alle 20:02 UT ripreso dalla camera PRISMA di Vasto in provincia di Chieti in Abruzzo (Crediti: PRISMA).

Puntuale come tutti gli anni, fra il 14 e il 15 dicembre si verifica il massimo dello sciame delle Geminidi, provocato dai meteoroidi persi nello spazio dagli asteroidi (2300) Phaethon e (155140) 2005 UD. Le Geminidi sono uno sciame piuttosto intenso, con uno ZHR di circa 120 meteore/ora, inoltre la corrente è formata da meteoroidi rocciosi e non cometari come nella maggior parte degli altri sciami come le Perseidi e le Leonidi, quindi sono in grado di generare un buon numero di bolidi che possono essere facilmente rilevati dalle camere della rete PRISMA.

Il meteo sulla Penisola non è stato molto favorevole, ma il sud dell'Italia ha goduto di discrete condizioni di cielo sereno e le camere PRISMA siciliane di Isnello (Parco Astronomico GAL Hassin), Racalmuto (Associazione Astrofili Majorana), Palermo (Osservatorio Astronomico Amatoriale Bobhouse di Roberto Zagarella) e Serra la Nave (INAF - Osservatorio Astrofisico di Catania) hanno lavorato senza sosta. Ecco una carrellata dei bolidi più interessanti rilevati.

Il bolide a nord di Cefalù ripreso dalla camera di Isnello (Crediti: PRISMA/INAF).

Il primo fireball è stato rilevato alle 22:12:27 UT del 14 dicembre dalle camere di Isnello, Palermo e Racalmuto nel cielo a nord-ovest di Ustica, in pieno mar Tirreno. La direzione percorsa dal bolide era da est verso ovest e ha raggiunto una magnitudine assoluta di -6,5. L'inizio della fase di fireball è stata a 88 km di quota per terminare a 56 km con una durata di appena 1,3 secondi. La velocità di ingresso in atmosfera era di 36 km/s, in buon accordo con quella attesa per le Geminidi, così come l'orbita eliocentrica: a moderata inclinazione sull'eclittica (24°) con afelio a 0,14 au e perielio a 2,7 au.

Alle 23:25:27 UT nuovo bolide di mag assoluta -6,0 rilevato ancora dal trio Isnello-Palermo-Racalmuto a nord-ovest di San Vito lo Capo. La direzione di percorrenza ancora da est verso ovest, inizio a 90 km con estinzione a 54 km, durata di 1,2 s e velocità di 36 km/s.

Passa qualche ora e alle 03:04:51 UT del 15 dicembre le stazioni di Isnello, Racalmuto e Serra La Nave rilevano un bolide di mag assoluta -4,7 che stavolta si proietta sulla terraferma, con traiettoria da Caltagirone verso Francofonte. In questo caso la quota di inizio è stata di 93 km con estinzione a 55 km, durata di 1,3 s, stessa velocità atmosferica dei precedenti. Notare la direzione da ovest verso est percorsa dal bolide a differenza dei primi due che si muovevamo da est verso ovest. Questo cambiamento di direzione dei bolidi è dovuto alla rotazione terrestre perché la direzione di arrivo dei meteoroidi è rimasta la stessa.

L'ultimo bolide della nottata è stato alle 04:11:33 UT, rilevato dalla coppia Isnello-Racalmuto. Si è trattato di un bolide di mag -4,5 rilevato in mare pochi km a nord di Cefalù, ovviamente con direzione di movimento da ovest verso est. In questo caso l'inizio è stato a 90 km di quota con estinzione a 56 km, durata di 1,2 s.

In tutti questi casi nessun frammento è giunto al suolo, i meteoroidi che hanno generato i bolidi osservati erano troppo piccoli. PRISMA ha anche ricevuto una decina di segnalazioni visuali di bolidi, dalla Sicilia ovviamente, ma alcune anche dalla Lombardia e dal Piemonte: le Geminidi non deludono mai.