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L’origine del bolide del 22 febbraio 2019

Qualche giorno fa vi avevamo dato notizia di un bolide, osservato dalla camere PRISMA e FRIPON all'alba del 22 febbraio, che non era molto luminoso ma comunque interessante per via della lunga traiettoria percorsa in atmosfera. Utilizzando l'astrometria ottenuta da FRIPON sulle camere PRISMA di Lignan (Valle d'Aosta), Cuneo (Piemonte) e Bedonia (Emilia Romagna) è stato possibile triangolare la traiettoria per gettare luce sulla sua origine.

Il bolide è stato osservato a partire da 114 km di quota e si è estinto a circa 74 km di altezza. La traiettoria percorsa in atmosfera, quasi esattamente da sud verso nord con azimut di 170°, si è rivelata lunga ben 211 km con una inclinazione media di soli 12°: un meteoroide quasi radente! La quota elevata unita alla bassa inclinazione spiega perché sia stato osservato da Italia, Francia e Svizzera. La massa iniziale del meteoroide progenitore è stimabile dell'ordine di 5 grammi, ben poca cosa per resistere all'ablazione atmosferica: nessun corpo è riuscito ad arrivare al suolo.

Questo bolide ha dato luogo ad una scia di plasma molto densa che è stata rilevata dagli apparati radio di rilevazione delle meteore dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). La detection nel radio delle meteore avviene grazie alle scie di plasma che riflettono verso il suolo le onde elettromagnetiche di apparati come il radar militare francese GRAVES, che trasmette alla frequenza di circa 143 MHz. In questo caso l'eco prodotto dalla scia del bolide è durato ben 30 s.

La velocità media del meteoroide era piuttosto elevata, circa 63 km/s, mentre la velocità all'infinito pre-atmosferica risulta di 64,2 km/s.  L'orbita eliocentrica risulta molto allungata e di tipo cometario, inoltre è percorsa in senso retrogrado perché ha una inclinazione di circa 132°. Si è trattato di un piccolo meteoroide che si muoveva "controcorrente", la cui origine è da ricercarsi nel Sistema Solare esterno, probabilmente oltre l'orbita di Plutone!

Figura 1 - La quota del bolide del 22 febbraio 2019 in funzione del tempo. Il meteoroide era talmente veloce che l'intero evento osservato è durato meno di 4 secondi (Elaborazione: PRISMA su astrometria FRIPON).
Figura 2 - La velocità atmosferica osservata del bolide in funziona del tempo. I valori della velocità sono molto dispersi perché il bolide era debole e la sua posizione difficile da misurare sulla sfera celeste (Elaborazione: PRISMA su astrometria FRIPON).
Figura 3 - Rappresentazione, tramite Google Earth, della traiettoria atmosferica (pallini rossi) e di quella proiettata al suolo (quadrati gialli) del bolide del 22 febbraio 2019. I segnaposti gialli indicano le stazioni di PRISMA utilizzate per i calcoli (Elaborazione dati PRISMA su astrometria FRIPON).
Figura 4 - L'orbita eliocentrica del meteoroide progenitore del bolide del 22 febbraio 2019 con quelle di 100 cloni Monte Carlo. Sono rappresentate la posizione e l'orbita dei pianeti al momento della caduta del bolide. L'orbita tratteggiata è quella di Plutone, i puntini simboleggiano la fascia di Kuiper. Come si vede, la maggior parte delle orbite compatibili con i dati osservati è iperbolica (Elaborazione dati: PRISMA).
Figura 5 - Immagine dell'eco radar del bolide del 22 febbraio 2019 registrata al laboratorio INFN di Legnaro (Padova). In ascissa (asse X), c'è la frequenza, in ordinata (asse Y), il tempo. Cortesia di Stefania Canella INFN-LNL.

Su questo bolide non abbiamo ricevuto segnalazioni visuali, il che è comprensibile se si pensa che erano le 03:07 del mattino (ora locale). Continuate a seguirci su queste pagine!